It Was All A Dream
“I used to read Word Up! magazine” , questa è una degli attacchi più iconici di Biggie Smalls e forse dell’intero hip-hop.
Sono passati 31 anni dalla pubblicazione del primo album di Biggie “Ready To Die”, il capolavoro che ha consegnato il rapper di Brooklyn all’olimpo del rap. L’album esce nel 1994 in un momento in cui l’hip-hop stava diventando un fenomeno pop mondiale grazie ai successi commerciali del periodo. Non a caso il decennio è definito “The Golden Era of Hip-Hop“.
“Ready To Die” consegna al grande pubblico “Juicy”, uno dei brani più famosi e ascoltati di sempre del genere. Tutti conoscono il beat di “Juicy”, le barre e il successo del brano. Ma forse non tutti sanno com’è nato e le controversie che lo riguardano.
Il vero produttore del brano
Juicy, primo singolo di Ready To Die, è ufficialmente prodotta da Poke e Sean “Diddy” Combs, infatti sui crediti ufficiali del brano troviamo questi due produttori. Ma il brano nasce originariamente da Pete Rock, leggendario produttore di New York, uno dei migliori della storia dell’Hip Hop.
Pete Rock nei primi anni ‘90 era nel suo “prime”: le sue produzioni jazz e le barre di CL Smooth conquistavano la East Coast. Con i suoi sample e brani come “T.R.O.Y.“, il produttore era all’apice della scena. Proprio in questo periodo, Diddy scopriva The Notorious B.I.G. grazie ad un magazine e lo firmava alla sua Bad Boy Records per preparare Ready To Die. È così che si incrociano i destini di questi tre artisti.
Come nasce il beat di Juicy di Notorious B.I.G.
Come raccontato più volte da Pete Rock, Diddy portò Biggie Smalls nel suo studio, per lavorare assieme a dei brani che sarebbero finiti in Ready To Die. Nel momento in cui Biggie e Diddy entrarono nello studio, dalle casse stava suonando una produzione di Pete Rock che campionava Juicy Fruit di Mtume: ecco l’incipit per uno dei brani più conosciuti nell’Hip Hop. Biggie chiese a Pete Rock per chi fosse quel beat, credendo fosse destinato a CL Smooth, ma quando si sentì rispondere che non era per nessuno, “he immediately wanted it”.
Sebbene in quella specifica sessione nello studio di Pete Rock i tre non hanno lavorato a quel brano con il sample dei Mtume, il beat colpì sia Diddy che B.I.G. che addirittura chiese al produttore di fare un beat sul momento.
“He didn’t think that I made beats with my own two hands” / “non credeva facessi beat con le mie stesse mani”
Il beat che Pete Rock creò in quel momento diventò “In the Flesh” inserita in “The Main Ingredient”, ma quell’altro beat, quello che solo sentirono per un attimo entrando nel suo studio, verrà ricordato per sempre.
It Was All A Dream
“I used to read Word Up! magazine” , questa è una degli attacchi più iconici di Biggie Smalls e forse dell’intero hip-hop.
Sono passati 31 anni dalla pubblicazione del primo album di Biggie “Ready To Die”, il capolavoro che ha consegnato il rapper di Brooklyn all’olimpo del rap. L’album esce nel 1994 in un momento in cui l’hip-hop stava diventando un fenomeno pop mondiale grazie ai successi commerciali del periodo. Non a caso il decennio è definito “The Golden Era of Hip-Hop“.
“Ready To Die” consegna al grande pubblico “Juicy”, uno dei brani più famosi e ascoltati di sempre del genere. Tutti conoscono il beat di “Juicy”, le barre e il successo del brano. Ma forse non tutti sanno com’è nato e le controversie che lo riguardano.
Il sample nella versione OG
Questa è la prima vera versione della produzione del beat di Juicy di Biggie Smalls. La prima versione di Pete Rock che ha ispirato e modellato la hit che conosciamo tutti oggi. Vediamo com’è stato prodotto il brano inizialmente e quali sono stati i sample utilizzati:
- Juicy Fruit – Mtume: questo è il sample principale nella produzione, da qui viene loopata una piccola porzione del bridge del brano e viene campionato il basso.
- Rubber Jam – The Rubber Band: la batteria che viene campionata nel beat di Pete Rock
Come possiamo ascoltare, questa produzione è molto diversa dalla versione del brano che tutti conosciamo. Qui, Pete Rock taglia, unisce e combina vari sample tra loro, creando qualcosa di nuovo.
La versione che tutti conosciamo del beat di Juicy è (molto) meno creativa: dal brano “Juicy Fruit” vengono campionati da Poke e Diddy batteria, melodia del ritornello e synth e vengono risuonati allo stesso modo. Sicuramente la versione che conosciamo tutti è molto più facile, più “pop”, e forse anche per questo ha avuto tutto il suo successo, a scapito della ben più creativa produzione di Pete Rock, che per quanto autentica, rimane decisamente più cruda nel sound.
La vera controversia sulla canzone
Ascoltiamo ora questo brano del 1993, uscito un anno prima della ben più nota “Juicy” di Biggie Smalls. Si tratta di un brano di un rapper del Mississippi “Notorious B1” e il brano campiona sempre “Juicy Fruit” dei Mtume.
Senza arrivare a conclusioni affrettate, dicendo che Biggie ha copiato tutto dal meno noto Notorious B1, possiamo sicuramente notare le somiglianze tra questi due brani, dalla produzione al flow. In “Juicy” Biggie Smalls in una barra dice : “from the Mississippi down to the East Coast”, quasi dichiarando questa connessione tra i due brani.
Se la produzione di Pete Rock ha reinventato questo sample, choppandolo di più e combinandolo ad un’altra batteria, il beat di Juicy di Diddy e Poke sembra una copia dello stesso sample originale, la differenza, però, la fa uno dei migliori MC’s della storia, con il suo flow unico e travolgente che ha reso “Juicy” il brano leggendario che è.
La migliore versione del beat di Juicy
Non può esistere, in maniera oggettiva, la migliore versione del brano. Ognuno dei tre che abbiamo analizzato ha qualcosa che lo rende unico. Dal sample che viene utilizzato in modi diversi, al flow del rapper che si incastra sulla produzione. Se Juicy è la hit che conosciamo oggi è sicuramente anche merito di Diddy, l’idea migliore l’ha avuta senza dubbio Pete Rock.