Gli Album Rap ai Grammy?
La notte dei Grammy si avvicina e AQM è ancora un pò scossa dalle nomination ufficiali per i Grammy 2024 che si terranno il 2 Febbraio a Los Angeles.
- Cole – Might Delete Later
- Common & Pete Rock – The Auditorium Vol. 1
- Doechii – Alligator Bites Never Heal
- Eminem – The Death of Slim Shady (Coup de Grâce)
- Future & Metro Boomin – We Don’t Trust You
Sono questi i candidati alla vittoria finale per il Grammy per il miglior album rap dell’anno e, secondo noi, questa lista ha molte mancanze, in questo articolo vi parliamo degli album esclusi dalle nominations, ma che quest’anno avrebbero potuto vincere il riconoscimento tanto ambito.
1 SCHOOLBOY Q - BLUE LIPS
Forse il miglior album rap dell’intero 2024. Q si muove con eleganza e delicatezza attraverso le produzioni del suo nuovo album che spaziano dal jazz all’hip-hop moderno. Rispetto al precedente eccentrico “CrasH Talk” del 2019, Blue Lips (che deriva dal colore delle labbra dopo uno shock), serve come riflessione su tutta la vita del rapper, diventando probabilmente l’album più intimo e personale di Q.
Il motivo più semplice per il quale il miglior album rap dell’anno non è stato candidato ai Grammy lo ha ammesso direttamente ScHoolboy Q: ha smesso di fare musica “per bambini”. È una hot take sicuramente, e sicuramente ci sono 14enni che apprezzano la musica di Q, ma è anche facile pensare che i Grammy non considerino nemmeno un album privo di hit da classifica o virali per i social.
2 RAPSODY - PLEASE DON’T CRY
Il 2024 è stato anche il ritorno di un MC che ha fatto la storia del genere: Rapsody. “Please Don’t Cry” è il suo quarto album, a distanza di 5 anni da “Eve”, in cui Rapsody esprime tutte le sue capacità nell’adattarsi a vari generi: dal rap, al gospel, all’R&B, alla trap fino al reggae. Il punto di forza dell’album è la vulnerabilità: il progetto viene accompagnato da una terapeuta che aiuta la rapper in questo percorso di conoscenza interiore. Il punto di debolezza dell’album è forse la disomogeneità delle produzioni, mi spiego meglio: è il primo album di Rapsody senza il “suo” produttore di fiducia 9th Wonder e i vari produttori presenti (Hit-Boy e BLK ODYSSY) aiutano Rapsody a spaziare tra vari generi, senza identificarsi in uno solo. Allo stesso tempo, a 41 anni, Rapsody non deve dimostrare più nulla, anzi, deve solo condividere il suo punto di vista e le sue esperienze, proprio come fa in “Please Don’t Cry”.
I Grammy, probabilmente, non hanno apprezzato la vulnerabilità di Rapsody all’interno di questo album, forse anche a causa delle diverse tipologie di produzioni.
Il misterioso Mach Hommy ha fatto un enorme passo in avanti verso il “successo commerciale” con #RICHAXXHAITIAN. Il rapper di origini haitiane ha sempre provato in tutti i modi a rimanere nascosto nell’underground: non permettere la pubblicazione dei testi di tutti i suoi album, vinili a migliaia di dollari e un’immagine e un sound crudo hanno sempre impedito il salto nel “mainstream”. #RICHAXXHAITIAN prova a distaccarsi un po’ da ciò che ci ha abituato Mach-Hommy, anche grazie al singolo featuring Kaytranada che accende i riflettori sul progetto. Due sample italiani ci hanno ulteriormente fatto innamorare del progetto.
4 LUPE FIASCO - SAMURAI
Uno dei migliori liricisti del genere torna con un vero e proprio viaggio nell’impossibile: Lupe Fiasco si immagina nei panni di Amy Winehouse che fa battle rap. In una nota vocale del 2015 Amy racconta ad un amico che sta scrivendo “battle rap” e che la sua penna sta diventando come un “samurai”. Ecco che a Lupe Fiasco nasce l’idea per un nuovo progetto in grado di risaltare in maniera eccellente le sue doti liriche e di incastri. Da “Battle Rap” a “Outside” Lupe racconta una serata di Amy in un club a fare freestyle e battle rap.
L’album affonda le radici nell’hip-hop classico: le influenze vanno dal Wu-Tang a Kanye West, da Rza a DJ Premier.
Probabilmente non il miglior progetto dell’anno, e forse non rientrerebbe nemmeno nella mia lista dei candidati ai Grammy, ma è giusto citare un progetto così unico, creativo e pieno di barre.
5 VINCE STAPLES - DARK TIMES
Per questo album forse è meglio iniziare con i due motivi per cui (forse) non è stato nominato nella categoria miglior album rap ai Grammy: l’annata ricchissima di progetti di qualità e la durata dell’album.
Dark Times di Vince Staples è un “piccolo” compendio delle caratteristiche uniche del rapper di Compton, 35 minuti ricchi di tutto ciò che ha sempre dimostrato, forse senza osare troppo. Il 2024 è stato l’anno della West Coast, anche grazie al progetto di Vince Staples che con brani come “Little Homies” e “Étouffé” mantiene vivo quel sound West. Forse è l’anno, troppo ricco di progetti di qualità, che ha negato davvero la candidatura ai Grammy a Vince Staples.
6 DENZEL CURRY - KING OF THE MISCHIEVOUS SOUTH VOL. II
Denzel Curry non riesce proprio a sbagliare un progetto e “King of the Mischievous South Vol. 2” è il mixtape della conferma. Denzel accantona momentaneamente le linee più melodiche e jazz di “Melt My Eyez See Your Future” per intraprendere il ruolo di “Re del Sud”. Infatti all’interno dell’album le influenze principali sono proprio del Sud: città come Memphis vengono rappresentate in questo album attraverso il sound e i featuring (Project Pat, Juicy J). I featuring giocano un ruolo chiave nell’album, mantenendo il livello di energia sempre altissimo, A$AP Ferg, That Mexican OT, Ty Dolla rendono il progetto ancora più scorrevole.
7 JPEGMAFIA - I LAY DOWN MY LIFE FOR YOU
Citare JPEGMAFIA in una lista per le candidature ai Grammy è quasi un “bonus”, perché Peggy non si può identificare all’interno di nessun genere, se non il “suo”. Ogni progetto è talmente unico da trascendere l’hip-hop e anche in “I Lay My Life Down For You” non si smentisce, regalandoci un sound sempre nuovo, fresco, ma soprattutto complicato. Il miglior pregio e il peggior difetto di JPEGMAFIA: la complessità, che è talmente elevata da essere difficile ai primi ascolti, per poi rendere, però, l’ascolto un’esperienza unica.
GLI album Rap e I GRAMMY
I Grammy ogni anno fanno parlare molto di sé, soprattutto per le scelte “sbagliate”, vuoi un pò per scelta di marketing, vuoi che chi vota è un pò distaccato dalla cultura o, semplicemente, perché gli interessi delle Major hanno il loro ruolo nelle assegnazioni.
Quest’anno, tra le scelte possibili, AQM voterebbe ovviamente per “Alligator Bites Never Heal” l’album di Doechii, seguito forse da Common & Pete Rock.Cole e Eminem potrebbero avere poche chance il 2 Febbraio, secondo noi.