“Forty Acres and a Mule” – Kendrick al Superbowl

Kendrick Lamar al Super Bowl, poco prima di rappare Not Like Us, ha citato “40 Acres and a Mule”. Scopri con AQM il significato storico e culturale della frase nell’hip-hop.

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Forty Acres and a Mule: la promessa mai mantenuta

“Forty Acres and a Mule”: la prima volta che abbiamo sentito questa frase è stato grazie a Kendrick Lamar. Ma cosa vuol dire esattamente? Per capirne il significato dobbiamo prima tornare a metà del 1800, verso la fine della guerra civile americana, che portò all’abolizione della schiavitù per milioni di afro-americani.

Queste persone finalmente libere, vanno però incontro a discriminazioni, sociali ed economiche, rappresentative della società frammentata e divisa del tempo. È necessaria una graduale integrazione della comunità afroamericana nella società, soprattutto al Sud, dove fino a poco prima non era concepibile l’abolizione della schiavitù. 

In questo contesto storico, un terreno da coltivare assume il valore di libertà, autosufficienza e, soprattutto, indipendenza economica. La comunità afroamericana avrebbe finalmente l’opportunità di costruire ricchezze per le proprie famiglie da poter tramandare di generazione in generazione, proprio nelle terre dove prima era costretta alla schiavitù. 

Per questi motivi nel 1865 dal nuovo governo degli Stati Uniti con presidente Abraham Lincoln attraverso lo Special Field Order No. 15, del Generale Sherman, vennero promessi “Forty Acres and a Mule”, circa 16 ettari e un mulo, agli afro-americani appena liberi. 

Un terreno da coltivare avrebbe permesso ad un’intera comunità di potersi emancipare, ma con l’assassinio di Lincoln questi “Forty Acres and a Mule” vennero subito dimenticati. Il nuovo presidente Andrew Johnson revoca l’emendamento e restituisce ai precedenti proprietari i terreni. I terreni, però, erano già diventati case di decine di migliaia di afro-americani. “Forty Acres and a Mule” diventa un simbolo di promesse mancate, di diritti revocati e della richiesta dei risarcimenti per la schiavitù degli afro-americani.

Le menzioni di Forty Acres and a Mule nell’Hip Hop

La cultura Hip Hop, che nasce soprattutto per parlare di problemi sociali, non poteva non adottare questo simbolo per ricordare ciò che è dovuto alla comunità. Tra i vari brani che ricordano questa ingiustizia c’è sicuramente “All Falls Down” di Ye “We shine because they hate us, floss ‘cause they degrade us / We tryna buy back our 40 acres”

Prima di lui anche 2Pac in “Letter to the President”, ma anche Gang Starr, Nas e Jay-Z. Quasi tutti i migliori MC’s del passato hanno parlato dei “Forty Acres and a Mule”, perché alla fine l’Hip Hop è questo: informazione che dà la possibilità di approfondire certe tematiche a tutti.

Kendrick Lamar, prima del Super Bowl, ha citato più volte questa ingiustizia ai danni della sua comunità. In “To Pimp A Butterfly” sono tre le citazioni ai “Forty Acres and a Mule”, nell’intro “Wesley’s Theory”, in “For Free” e anche in “Alright”:

 “What you want you? A house or a car? Forty acres and a mule, a piano, a guitar?” 

Questa domanda viene fatta due volte all’interno dell’album. La domanda nel primo brano è posta da Uncle Sam, che rappresenta il governo, mentre in Alright è Lucy (ovvero Lucifero, il diavolo) a fare la stessa domanda. Entrambi provano a corrompere Kendrick, con beni come case, macchine, strumenti e addirittura, promettono ancora una volta “40 acres and a mule”. Queste due figure non solo fanno lo stesso tentativo di corruzione, ma fanno una promessa che sappiamo già non manterranno. 

Superbowl

Guardando la diretta del Super Bowl Halftime Show, ci siamo emozionati nel vedere Kendrick Lamar accompagnato da Samuel L. Jackson. Per l’occasione, l’attore ha interpretato Uncle Sam: la personificazione del governo. Kendrick durante tutta la performace “gioca” con lui, alternando canzoni che vengono giudicate “too ghetto” come Squabble Up ed Euphoria a brani come HUMBLE e Luther, che accontentano Uncle Sam. 

Proprio nel suo momento preferito della performance, Uncle Sam dice a Kendrick “that’s what America wants” e gli chiede: “don’t mess this up”.

Ed ecco Kendrick al Super Bowl, poco prima di suonare Not Like Us davanti a 133 milioni di spettatori e Uncle Sam, inizia con: “It’s a cultural divide” “Forty acres and a mule this is bigger than the music” . Perché effettivamente quello che fa Kendrick è più grande della musica. Ricorda a tutti una delle più importanti promesse mai mantenute dal governo degli stati uniti, proprio con il presidente da spettatore.

Conclusione: un divario ancora esistente

Se nel 1865 il governo avesse fornito un terreno di proprietà da coltivare ai“freedmen”, sicuramente le differenze economiche e sociali si sarebbero ridotte, garantendo la possibilità alle persone appena liberate di integrarsi nella società.  Ancora ad oggi, invece, questo gap è profondo nella società.

Proprio per questo Kendrick sul palco più grande porta questo messaggio, che va oltre le barre, oltre la canzone. La performance non è su Kendrick, ma è sulla cultura, che utilizza la musica e l’hip-hop per muovere una critica riguardo la situazione attuale in America.