40 ACRES AND A MULE: QUANDO L’HIP-HOP LOTTA PER LA LIBERTÀ

"40 Acres and a Mule" è un simbolo di lotta per la propria libertà. Nasce nel 1865 quando viene abolita la schiavitù e, dal governo degli Stati Uniti, vengono promessi 40 acri agli afroamericani neo-liberi.. Una promesssa mai mantenuta, che ha reso "40 Acres and a Mule" una frase simbolica, attraverso la quale richiedere i propri risarcimenti.

LA PROMESSA MAI MANTENUTA:
40 ACRI E UN MULO

Per capire il significato di “Forty Acres and a Mule”, dobbiamo prima tornare a metà del 1800, verso la fine della guerra civile americana, che portò finalmente all’abolizione della schiavitù per milioni di afro-americani. Questi uomini “neo-liberi” vanno incontro a gravissime discriminazioni, che sfociano in episodi di violenza, rappresentativi della società frammentata e divisa di quel tempo.  È necessaria una graduale integrazione della comunità afroamericana nella società, soprattutto al Sud, dove fino a poco prima non era concepibile l’abolizione della schiavitù. In questo contesto storico, un terreno da coltivare assume il valore di libertà, autosufficienza e indipendenza economica per un uomo libero, che ha finalmente l’opportunità di costruire ricchezze per la propria famiglia da poter tramandare di generazione in generazione.
Per tutti questi motivi nel 1865 dal nuovo governo degli Stati Uniti con presidente A. Lincoln vennero promessi “Forty Acres and a Mule” (circa 16 ettari e un mulo) agli afro-americani appena liberi. Inizia così una storia di promesse non mantenute a causa di pregiudizi e razzismo.
40 Acres and a Mule, CBS Reports
Un terreno da coltivare avrebbe permesso a tantissimi afro-americani di potersi emancipare e crearsi ricchezze, ma con l’assassinio di Lincoln questi “Forty Acres and a Mule” vennero subito rimossi: il successore di Lincoln, Andrew Johnson revoca l’emendamento e restituisce ai proprietari bianchi i terreni che poco prima erano diventate case di decine di migliaia di afro-americani. “Forty Acres and a Mule” diventa un simbolo di promesse mancate, di diritti revocati e della richiesta dei propri risarcimenti degli afro-americani.
La cultura hip-hop, che nasce anche per parlare di problemi sociali, non poteva non utilizzare questa frase per ricordare ciò che è dovuto alla comunità.

Ye, Tupac, Nas, Jay-Z, Gang Starr

La più conosciuta è sicuramente la hit del primo album di Ye (fka Kanye West) “All Falls Down”. Nel brano con l’interpolazione di Lauryn Hill Ye rappa: “We shine because they hate us, floss ‘cause they degrade us / We tryna buy back our 40 acres”. Il punto di vista di Ye è chiaro: più di un secolo fa avete impedito agli afroamericani di avere successo, ricchezze e potere, adesso stiamo realizzando i nostri sogni.

Prima di lui anche 2Pac in “Letter to the President” si chiede dove siano finiti quei 40 acri, ma anche Gang Starr, Nas e Jay-Z. Quasi tutti i migliori MC’s del passato hanno incastrato barre richiamando i “40 Acres and a Mule”.

Kendrick Lamar, Pusha T, Freddie Gibbs, J.I.D.

Anche le nuove generazioni di rapper hanno ovviamente utilizzato questo simbolo nei loro testi.

In “To Pimp A Butterfly” sono tre le citazioni ai “40 Acres and a Mule”. Nell’intro “Wesley’s Theory”, in “For Free” e anche in “Alright”: “What you want you? A house or a car? Forty acres and a mule, a piano, a guitar?” La domanda nell’intro è posta da Uncle Sam (il governo), mentre in Alright è Lucy (Lucifer, il diavolo) a fare la stessa domanda. Promettendo beni materiali e proprietà sa che riuscirà a corrompere l’animo di Kendrick. Ai “40 Acres” Pusha T ha dedicato un’intera canzone nel suo primo album il cui ritornello recita “I’d rather die, than go home / And I ain’t leaving without my 40 acres”.

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